Accettare è rivoluzionario.
Accettazione significa darsi la possibilità di lasciare la tendenza a puntarci il dito addosso.
Significa abbandonare l’essere intransigenti verso noi stessi, e ne siamo capaci anche quando pur non essendo esperti e quindi non ancora abili in qualche compito, vorremmo esserlo ugualmente: ci stiamo facendo una richiesta palesemente assurda!
Diventa molto evidente in particolare nella meditazione che pratichiamo: è qualcosa magari imparato da poco o di cui non abbiamo ancora molta dimestichezza. Eppure questa abitudine in qualche modo a chiederci una prestazione appare anche in quell’ambito. Se qualcuno ci dice “proviamo a rimanere sul respiro” e magari non riusciamo, o riusciamo a rimanerci solo per due o tre respiri e poi ci distraiamo,ci viene questa sorta di inquietudine perchè in qualche modo ci sembra di non aver soddisfatto il compito.
Probabilmente allora c’è proprio una struttura mentale dietro che, in qualche modo, ci fa stare sempre sul chi va là come se ci fosse qualcuno che controlla che stiamo facendo bene o non stiamo facendo bene.
Accettare nella pratica interiore ma anche nella nostra vita diventa veramente significativo, diventa rivoluzionario se vogliamo, vuol dire solamente notare ciò che sta avvenendo senza giudicare.
Non vuol rinunciare a modificare qualcosa che non funziona al meglio, ma semplicemente prendere atto e nel prendere atto. La non accettazione o il giudizio non hanno proprio alcuna utilità, non servono affatto a modificare le cose in alcun modo.
Se mentre medito e in qualche modo sto cercando di seguire il respiro, la mente si distrae, tutto ciò che accade all’interno della consapevolezza è prendere nota, sapere che c’è stato questo movimento, c’è stato un movimento che è passato dall’attenzione al respiro a qualche pensiero. Annoto, mi ricordo che stavo seguendo il respiro e torno al respiro, ma non c’è niente che emerge in questo processo, non c’è l’emergere di un giudizio, l’emergere di un’interpretazione, di qualunque cosa, c’è semplicemente l’annotare che è successo qualcosa. Ho chiaro in mente quelle che erano le
indicazioni della pratica, quindi ritorno semplicemente a quelle.
Ecco, c’ è una bella differenza tra perdersi nei meandri dei propri giudizi, piuttosto che prendere semplicemente atto di qualcosa che sta accadendo, un’enorme differenza.